mercoledì 18 aprile 2012

Coltiviamo la città: per chi vuole dare il primo colpo di rastrello della sua vita.

Negli ultimi mesi ho fatto a conoscenti e amici questa domanda: dove prendi frutta e verdura?
Devo dire che è in aumento la percentuale di chi dice di affidarsi al fruttivendolo della propria zona per avere ortaggi freschi e – si spera – sicuri e sani. E’ chiaro che c’è una voglia di autenticità del prodotto orto-frutticolo e quindi un maggiore interesse per la cura di se stessi. Un ritorno a quella semplicità rassicurante. Avete mai pensato ad un orto urbano? Avete mai pensato che potete farlo anche voi? Bastano poche regole e consigli. Ne abbiamo parlato con l’autore del libro Coltiviamo la città, Massimo Acanfora.



Si può veramente ipotizzare un 'ritorno alla coltivazione dell'orto'  nella dimensione urbana?
Certo, l'orto urbano ha perso "campo" solo nel periodo in cui era stata imposta l'idea che la modernità industriale e la "crescita" fossero la panacea. La crisi ci ha riportati con "i piedi per terra".
Cosa bisogna fare per iniziare a coltivare un orto?
C'è bisogno di poco: terra, contenitori, semi, acqua e cura. Tutte cose che possono essere reperite o costruite a costo quasi zero, come  spiego nel libro.
Perché è importante?
Perché dobbiamo recuperare la consapevolezza di quello che mangiamo e 
uscire dal circolo vizioso della grande distribuzione organizzata che ci ha allontanato dai prodotti della terra e alimenta l'agricoltura industriale.
Per chi abita in condominio c'è pur sempre una possibilità di avere  un orticello?
Quasi sempre. È pur necessario avere uno spazio esterno, almeno un davanzale. Meno diffusi sono gli spazi comuni dove coltivare.
Possiamo definire coltivare l'orto un 'modo di pensare'?
Credo che "coltivare il pensiero" sia simile alla cura della terra. Cambia la destinazione del nostro tempo.
Il discorso dell'orto si intreccia con quello del biologico in  Italia. Perché scegliere il biologico?
Il biologico ha per primo obiettivo salvare più terra e territorio possibile -anche quella dei nostri balconi- dai veleni della chimica. Un prodotto bio inoltre è per certo un prodotto più sicuro.
Quanto farebbe bene alle città se la metà dei cittadini coltivasse un orto o si occupasse di coltivare del verde?
La città cambierebbe volto, tempi e spirito: ma in questo è  indispensabile la collaborazione della pubblica amministrazione locale.
In ultimo: consigli pratici ed utili per partire nella coltivazione  di un orto.
Andate a chiacchierare con chi l'ha già fatto o partecipa a un orto  collettivo. Fatevi consigliare quali verdure e aromatiche sono più  adatte alla vostra zona climatica.
I semi chiedeteli a Civiltà contadina, la terra a chi vive in campagna  o a un buon consorzio agrario. Poi, a seconda della stagione e della  luna, seminate.

Un libro semplice e prezioso perché porta la campagna in città e insegna davvero il “come fare” anche a chi non ha mai visto un seme, una zappa o un annaffiatoio in vita sua. Troverete le ricette per imparare a coltivare ortaggi, frutta e fiori nei fazzoletti di terra urbani: balconi, davanzali, cortili, giardini condominiali, orti urbani. E ancora: il valore sociale, alimentare, educativo e terapeutico che cresce negli orti di comunità, condivisi o in adozione, negli orti scolastici o con il guerrilla gardening.
Imperdibile all’interno del libro il decalogo dei 10 buoni motivi per coltivare un orto urbano.

Secondo Coldiretti, il 37% degli italiani dedica parte del proprio tempo libero al giardinaggio e
alla cura dell’orto dove raccoglie frutta, ortaggi o erbe aromatiche come misura antistress, per passione o anche solo per gratificazione personale.

L’odierno rinnovato interesse per la coltivazione amatoriale dell’orto sembra legato soprattutto al desiderio di avere a disposizione e consumare cibi autentici e ripristinare un contatto con la natura, con gli altri – quando la coltivazione è condivisa – e perfino con se stessi, se si considera questo tempo dedicato al proprio benessere, fisico e spirituale. Immanuel Kant del resto poneva il giardinaggio tra le arti maggiori.



Massimo Acanfora è giornalista di Altreconomia, autore ed editor. Scrive di economia solidale, consumo critico temi sociali. Tra i suoi libri: Un’altra birra! (Altreconomia 2009), e E ora si Ikrea (Altreconomia/Ponte alle Grazie 2011).
Coltiviamo la città, Altreconomia/Ponte alle Grazie, pp. 126 – euro 9,00

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