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venerdì 20 aprile 2012

La luce sugli oceani

La torre di pietra bianca si stagliava sul cielo d’ardesia. Era alta quasi quaranta metri, e Tom fu colpito non solo dal fatto che era molto più alta degli altri fari dove aveva lavorato, ma anche dalla sua esile eleganza. Entrando dalla porta verde trovò più o meno quello che si aspettava. Lo spazio poteva essere attraversato con un paio di falcate e il suono dei loro passi rimbalzò come una pallottola vagante sui pavimenti verde lucido e sulle pareti curve imbiancate.
Tom salì fino al quinto livello, proprio sotto la stanza della lanterna dove batteva il cuore amministrativo del faro. Lì c’era la scrivania con i registri, l’apparecchio Morse, i binocoli.
Nella torre era proibito tenere letto o altro mobilio, ma c’era almeno una sedia di legno con lo schienale diritto e i braccioli consumati da generazioni di mani ruvide.  (da La luce sugli oceani di M.L. Stedman)

Chi può dire se la nostra decisione è giusta o sbagliata, se la prendiamo per desiderio e  amore? E se non fosse esattamente la cosa giusta da fare qual è il prezzo? Il segreto.
 Questa è la storia emozionante di una coppia che abita su un’isola remota, lontano dai rumori, lontano dalla civiltà.
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini.  Sull’isola con Isabel abita Tom, suo marito e guardiano del faro.
Il lungo silenzio dell’isola una mattina viene infranto da un grido destinato a cambiare per sempre la loro vita: è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. La chiameranno Lucy. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. 

Le regole per essere un guardiano del faro

Ogni barca che dall’orizzonte solca l’oceano e tocca la costa deve essere registrata e segnalata.
Così come la sua provenienza e la sua destinazione.
E se un giorno il guardiano omettesse l’arrivo di una di queste?

Ogni singolo articolo o bene presente sulla barca deve essere passato al vaglio del guardiano del faro. Dopo l’ispezione deve essere archiviato nel Registro dell’Equipaggiamento.
E se il guardiano si trovasse davanti a un regalo, il più grande che l’oceano gli abbia mai fatto?

Ogni membro dell’equipaggio, adulto o bambino che sia, e ogni animale presente sulla barca deve essere documentato e si dovrà svolgere una ricerca circa la sua provenienza.
Ma se la moglie del guardiano gli chiedesse, per una sola volta, di non compiere il proprio dovere? Se dentro quella barca si nascondesse la figlia che lei ha sempre desiderato?

Ambientazione cinematografica, un’isola remota, un faro che domina la scena, la distanza dalla civiltà: immagini e descrizioni suggestive perfettamente armonizzate dalla scrittrice. 
Le parole si snodano tra una pagina e l’altra come onde, e si fa attenzione si può sentire–immaginare il rumore del mare che si infrange sugli scogli vicino a quel faro. Un faro che non ti abbandona, che ti dà una speranza, che illumina. Ma fino a quando? Più che una speranza per i protagonisti è motivo di introspezione, di cambiamento, di una riflessione. Perché il faro-vita non sempre ti dona esattamente quello che chiedi, ma ti guida verso il tuo destino, che a volte può non coincidere con il nostro amore.
E quel faro illumina la strada anche ad una mamma disperata che non smette di combattere per ritrovare il suo unico motivo di vita, la sua bambina dispersa.
Questo è il un punto in cui amore e colpa si incontrano, e non ci lasceranno più.



Un romanzo destinato a diventare un successo editoriale mondiale. 
Dal 3 maggio in tutte le librerie italiane, edito Garzanti.    

M.L. Stedman è nata e cresciuta in Australia Occidentale e ora vive a Londra.  La luce sugli oceani è il suo primo romanzo.

Per maggiori informazioni: http://www.lalucesuglioceani.com/
Per partecipare al concorso Cattura il tuo mare:



martedì 27 marzo 2012

Il primo post, il primo libro

Come inizio di questa avventura mi sono chiesta con quale libro esordire. Il mio preferito? Troppo indietro nel tempo, risale più o meno a 10 anni fa. Il libro dell’infanzia? Poco efficace. Un libro per fare bella figura? Mamma mia, poi passo per ‘lecchina’.
E allora inizio semplicemente dal libro che ho in borsa in questi giorni e che mi accompagna in tutto quello che faccio durante il giorno: mi alzo ed è lì sul comodino, viene appoggiato sul tavolo della cucina per la colazione, quando esco è nella mia borsa, quando vado in macchina è nel sedile di fianco a me e quando rientro lo appoggio sul tavolo, e alla sera di nuovo sul comodino. Così, a turno, i miei libri vivono con me.

“Invisibile ma presente. Inconfondibile. Solo lui era così. E sembrava impossibile che fosse lì dentro. Eppure…Entrato nella stanza, Ernesto Cervicali si era improvvisamente fermato davanti a quel muro fantasma, ma dotato di una sua solidità. Aveva annusato. Una, due, tre volte, tirando su discretamente con il naso. Non c’era da sbagliarsi, era odore di aglio”.
(da “Zia Antonia sapeva di menta”, di Andrea Vitali).

Avviso che ho appena iniziato a leggerlo. Ma so che da lui, da Vitali, mi posso aspettare tanto, tantissimo. Perché quando ti tuffi nei suoi racconti ambientati a Bellano è sempre una piacevole sorpresa. Un lato che non conoscevi, la cittadina piccola con tante passioni e sfaccettature, il senso dello humor unito ad un tocco di mistery. Uno stile scorrevole e mai scontato. Insomma, uno degli scrittori che, terminata la lettura, riescono a rubarti un sorriso.