venerdì 30 marzo 2012

Libri al kg

Oggi ho partecipato a “Fa’ la cosa giusta!” a Milano, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di mezzo Eventi. Due i padiglioni in cui si snodano le sezioni della manifestazione, giunta alla sua nona edizione: turismo consapevole, mangia come parli, critical fashion, cosmesi naturale e bio, abitare green mobilità sostenibile, il pianeta dei piccoli, commercio equo e solidale, pace e partecipazione, servizi per la sostenibilità, spazio per la narrativa.
Mi dirigo proprio verso quest'ultima zona quando, nel corridoio fra un padiglione e l’altro mi colpisce un’immagine, uno stand con le cassette – quelle in legno che contengono la frutta dall’ortolano – piene di libri. Mi avvicino e vedo una grande pesa al centro. Si vendono libri al peso, ½ Kg a 3 euro.
L’iniziativa è promossa da Terre di mezzo e il ricavato andrà per il progetto “La grande fabbrica delle parole”.
Emanuela dallo stand si definisce soddisfatta dell’affluenza: “E’ venuta tantissima gente, si diverte a comprare i libri in questo modo e poi ricordiamo che il ricavato va tutto in un progetto importante, portare la scrittura creativa nelle scuole elementari, un laboratorio gratuito reso possibile da professionisti e appassionati della scrittura con la voglia di mettersi in gioco e dedicare parte del proprio tempo libero per condividere l’amore per la scrittura con i bambini di Milano in età scolare”.
Mi sono messa in fila, ho guardato, scelto e pesato. Ho in mano tre titoli dell’editore Terre di mezzo: “Il momento è atipico”, “Un giorno è bello, il prossimo migliore”, “Non si uccidono così anche i cavalli”.
Piace e mi piace questo modo di entrare in contatto con il libro, di comprarlo. Direi un modo più….sostenibile.

www.grandefabbricadelleparole.it


                                                   (foto di La Grande Fabbrica delle Parola)

giovedì 29 marzo 2012

Quella lentezza

Ho fra le mani un saggio presentato domenica scorsa, 25 marzo, a Pavia presso il Castello Visconteo - nell'ambito delle iniziative sulla scrittura al femminile dell'Assessorato alle Pari Opportunità, in collaborazione con l'Associazione Jonas Onlus Pavia "La scrittura come vestito - pagine di donne tra romanzo e psicanalisi". Il titolo Il Taglio femminile, ripubblicazione del saggio di Eugénie Lemoine –Luccioni curata da Ombretta Prandini (et al./Edizioni, 20 euro) .
Inutile dirvi che non è una lettura come tante altre. E’ un saggio e come tale va preso, guardato, letto, pensato, riletto, lasciato lì, ripreso e così via. Giusto perché abbia un senso. L'analisi si concentra sulla donna, sulla propria femminilità, e di riflesso sull’uomo. Un libro per addetti ai lavori: forse sì, ma credo che ci sia tanto e per tutti. Vista la vastità e la complessità del tema la lettura presuppone un esercizio, uno sforzo, a cui non siamo abituati, oggi come oggi: va gustato, assaporato e masticato con calma. Con quella lentezza che è importante e va recuperata.
Dalla prefazione di Ombretta Prandini: "Salutiamo l'impresa della ripubblicazione di questo testo pensandolo anche come una nuova feconda occasione per provare a intrecciare, anche conflittualmente, le vicissitudini della psicoanalisi e del pensiero femminile contemporaneo, poiché l'una e l'altro appaiono essere i terreni d'esperienza e ricerca tra i più propositivi nel mondo contemporaneo".

Nella vita non c’è niente da attendere; la sola cosa che si può attendere è la morte. Il resto, è da fare”.

Questa è una delle frasi che Eugénie Lemoine – Luccioni amava dire.
Ho letto introduzione e prefazione del libro. Poi sono arrivata alla frase che ho riportato della Lemoine-Luccioni.
Ho bisogno di masticare.



martedì 27 marzo 2012

Il primo post, il primo libro

Come inizio di questa avventura mi sono chiesta con quale libro esordire. Il mio preferito? Troppo indietro nel tempo, risale più o meno a 10 anni fa. Il libro dell’infanzia? Poco efficace. Un libro per fare bella figura? Mamma mia, poi passo per ‘lecchina’.
E allora inizio semplicemente dal libro che ho in borsa in questi giorni e che mi accompagna in tutto quello che faccio durante il giorno: mi alzo ed è lì sul comodino, viene appoggiato sul tavolo della cucina per la colazione, quando esco è nella mia borsa, quando vado in macchina è nel sedile di fianco a me e quando rientro lo appoggio sul tavolo, e alla sera di nuovo sul comodino. Così, a turno, i miei libri vivono con me.

“Invisibile ma presente. Inconfondibile. Solo lui era così. E sembrava impossibile che fosse lì dentro. Eppure…Entrato nella stanza, Ernesto Cervicali si era improvvisamente fermato davanti a quel muro fantasma, ma dotato di una sua solidità. Aveva annusato. Una, due, tre volte, tirando su discretamente con il naso. Non c’era da sbagliarsi, era odore di aglio”.
(da “Zia Antonia sapeva di menta”, di Andrea Vitali).

Avviso che ho appena iniziato a leggerlo. Ma so che da lui, da Vitali, mi posso aspettare tanto, tantissimo. Perché quando ti tuffi nei suoi racconti ambientati a Bellano è sempre una piacevole sorpresa. Un lato che non conoscevi, la cittadina piccola con tante passioni e sfaccettature, il senso dello humor unito ad un tocco di mistery. Uno stile scorrevole e mai scontato. Insomma, uno degli scrittori che, terminata la lettura, riescono a rubarti un sorriso.