Sì, io faccio parte di quella fantastica classe di giovani (non troppo..) per cui la pensione è solo un miraggio lontanissimo. Miraggio e punto. E quando parlo (le pocchissime volte) di pensioni con conoscenti, addetti ai lavori, amici mi scaldo subito. Perché lo reputo un problema ‘a circolo vizioso’. Per questo mi ha colpito immediatamente il titolo di una delle novità dell’editore Chiarelettere Senza pensioni, libro scritto da Walter Passerini e Ignazio Marino.
Secondo gli autori la situazione è molto peggio di quanto ci possiamo immaginare “La colpa è stata il silenzio e la rimozione, fin a partire dal gennaio 1996, data nella quale è entrata in vigore la riforma delle pensioni e l’avvento del metodo contributivo. Ora tutto è cambiato di colpo e molti stanno pagando: in particolare i lavoratori precoci, quelli in mobilità, i precari, le donne e quelli del 1952” spiegano Passerini e Marino “C'è molta discussione e confusione sotto il cielo previdenziale. La linea Maginot dei 40 anni di contributi è crollata, costringendo chi ha cominciato a lavorare sin dalla giovane età a restare al lavoro per altri anni, fino al compimento della nuova età minima di vecchiaia (66 anni) o della nuova anzianità (42,1 e 41,1 anni). A farne le spese saranno soprattutto operai e artigiani che cominciano presto a lavorare e svolgono lavori pesanti”. Il tono con cui proseguono gli autori è allarmante ma chiaro ed onesto: ‘” Non si può fare cassa con le pensioni. I benefici e i risparmi ottenuti aumentando l’età pensionabile e trattenendo le persone più a lungo sul luogo di lavoro vanno utilizzati per favorire l’ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro. Altrimenti lo sbilancio entrate e uscite si ripresenterà quanto prima. Solo così si potrà evitare il conflitto generazionale e di genere”.
Davanti alla parole degli autori continuo a pensare, alla mia pensione, alla pensione dei miei coetanei, e di quelli più giovani di me. Ma pensando al paese dove vivo le uniche parole che continuano a risuonarmi come un martello nella testa sono ‘circolo vizioso’.
Tutto da rifare: prima che scoppi uno scontro generazionale e sociale, bisogna investire sui giovani facendoli entrare molto prima nel mercato del lavoro, ed eliminare le iniquità tra lavoratori dipendenti e le molte categorie di lavoratori autonomi che questo libro denuncia.
Oggi, come sempre, davanti a questa situazione sono abbastanza senza parole. Oltre ad avere la certezza quasi matematica di essere senza pensioni.
Ignazio Marino lavora presso la redazione di “Italia Oggi” e si è sempre occupato di previdenza.
Walter Passerini, giornalista specializzato in economia, ha ideato e diretto “Corriere Lavoro”, settimanale del “Corriere della Sera”. Attualmente cura “Tuttolavoro”, inserto de “La Stampa” dedicato all’economia e al lavoro.
Senza Pensioni (Chiarelettere, Collana Reverse, pp. 192, euro 13,90).
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